L’azzurra Julieta Cantaluppi centra la finale del Concorso Generale individuale dei XXXI Campionati del Mondo di Ginnastica Ritmica. La sei volte campionessa assoluta di Como, fabrianese di adozione, con il 26.200 odierno alle clavette (D. 8.800 – A 8.700 – E 8.700) raggiunge il punteggio complessivo di 78.950, chiudendo le qualifiche in 17ª posizione, a 5 decimi dall’austriaca Caroline Weber, quindicesima. Malgrado una perdita iniziale, in un elemento tra l’altro non difficilissimo, la figlia di Kristina Ghiurova rimane concentrata, migliorando alla fine il 26.075 del cerchio (punteggio scartato). Nella finale a 24 di domani pomeriggio (diretta su Rai Sport1 dalle 16.20) si ricomincia da zero. Julie, che salirà in pedana per terza, ricominciando proprio dalle clavette, e concluderà il giro alle palla, è già sicura, intanto, di avere in tasca una seconda chance olimpica al Test Event di gennaio – possibilità riservata alle finaliste dal 16° al 24° posto – qualora non dovesse farcela ad entrare tra le 15 immediatamente promosse ai Giochi del 2012. Ipotesi, comunque, tutta da verificare, in quanto, da un lato, nessuno si porta il risultato da casa e, dall’altro, la 26enne della CariFabriano, avendo collezionato due errori, ha ampi margini di miglioramento. Peccato che sia cambiata la formula. Nel 2007 sarebbe bastato il 20° gradino, e non arrivò neppure la finale con la beffa della prima delle escluse. Sono passati 4 anni dalla rassegna greca, nella quale era in palio il pass per Pechino, l’anagrafe incombe su una carriera lunga, gloriosa e logorante, ma la Cantaluppi non solo è sempre lì, scala addirittura 8 posizioni, lasciandosi alle spalle ottime atlete, molto più giovani di lei. Non riesce l’impresa, invece, a Federica Febbo. La teatina allenata da Germana Germani, con il personale più alto del suo 3° mondiale, il 25.625 (D. 8.575 – A 8.600 – E 8.450), finisce in crescendo, 26ª e seconda riserva, ad una manciata di decimi dalle migliori atlete del Mondo. Nonostante “bazzichi” oramai stabilmente il palcoscenico internazionale, la stellina dell’Armonia d’Abruzzo ha solo 18 anni e tutto il tempo, nonché le doti fisiche, tecniche e caratteriali, per raccogliere l’eredità di Julieta. Grazie, poi, al 24.550 (D. 8.050 – A 8.400 – E 8.150) della terza azzurra, l’esordiente della Virtus Gallarate, Alessia Marchetto, l’Italia ottiene la 7ª piazza nella classifica per Nazioni, con 256.300, alle spalle di Russia (290.275), Bielorussia (272.500), Ucraina (269.675), Azerbaijan (264.825), Bulgaria (260.275) e Uzbekistan (256.550). Nona a Mosca 2010, ottava a Miè 2009, la scuola delle nostre individualiste eguaglia il risultato di Patrasso – ottenuto con tre ginnaste più mature – e si pone come l’unico baluardo allo strapotere delle superpotenze dell’Est europeo. Di sicuro il merito è delle tante tecniche societarie, che lavorano per fornire alla Nazionale giovani sempre interessanti, e della DTN Marina Piazza, attenta a monitorare il territorio e a selezionare le più dotate. Un bel regalo, lasciatecelo ricordare, alla memoria di Manola Rosi, della quale ricorre, il 27 settembre, il secondo anniversario dalla sua prematura scomparsa. Tra le allenatrici più brave c’è certamente Marisa Verotta, capace di tirar fuori dalla fucina gallaratese l’ennesimo talento. La Marchetto, classe 1994, ha l’imprinting della Virtus, ne sentiremo ancora parlare. Nelle finali di specialità a clavette e nastro ennesimo en plein della russa Eugenya Kanaeva.
Fonte: Ufficio Stampa Fgi