Era il 7 agosto di un anno fa, quando Martina Santandrea annunciava l’addio alla ginnastica ritmica: un’uscita di scena arrivata in occasione di un allenamento a porte aperte e a poche settimane dalla partenza dell’Italia per i Campionati del Mondo di Valencia.
L’addio di Ricciolo (denominata così per la sua chioma bionda e riccia) ha chiuso una carriera da ginnasta conclusa ufficialmente nel settembre 2022, con la partecipazione ai Campionati del Mondo: di lei ricorderemo le lacrime di commozione e le emozioni nascoste dalla mascherina ai Giochi Olimpici di Tokyo, dove con le sue compagne di squadra ha vinto la medaglia di bronzo nel concorso d’insieme in quella che verrà ricordata come per l’ultimo dei successi della spedizione italiana in Giappone.

A Parigi, Martina non sarà in pedana ma sarà a sostenere le sue compagne: a pochi giorni dalla partenza per la Francia e dall’esordio delle gare, la ginnasta emiliana (ancora oggi nel Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare) si è raccontata ai nostri microfoni per parlarci un po’ della sua nuova vita sportiva, oltre ai suoi ricordi e ai tanti insegnamenti che le ha lasciato la ginnastica.

Martina, il 7 agosto sarà un anno dall’annuncio social del tuo ritiro. Come hai trascorso questo primo anno lontana dalle pedane internazionali?
È vero: se mi guardo indietro, è proprio passato esattamente un anno dal saluto alla pedana ma sono già qui che riparto per un’Olimpiade in una nuova veste… sicuramente diversa, ma tanto emozionante come lo è stato a Tokyo. Non potevo non seguire la mia Squadra, perché un pezzo di cuore è rimasto con loro sempre, nonostante abbia deciso di lasciare la pedana.
Devo dire che è stato un anno emozionante, segnato dalle nuove esperienze: ho iniziato a stare dall’altra parte e ad affiancare le allenatrici, trovandomi in un nuovo mondo come quello dell’insegnamento e a breve conseguirò la laurea in Scienze Motorie. Inoltre, ho iniziato un nuovo percorso con il CONI Emilia-Romagna e devo dire che mi piace tantissimo poter seguire lo sport e le emozioni che può dare.

Martina Santandrea nella posa iniziale dell’esercizio con palle e nastri al Mondiale 2022, l’ultima gara da titolare. Foto: Luca Agati / GRI

Tra pochi giorni la Ginnastica Ritmica sarà protagonista dei Giochi Olimpici, con le tue compagne che difenderanno il bronzo di tre anni fa conquistato in Giappone. Sei riuscita a sentirle o a vederle nei giorni precedenti alla partenza e a farti raccontare le emozioni della vigilia?
Sento le ragazze tutti i giorni: ho avuto modo di andare a Follonica quest’estate e recentemente sono stata da loro per l’ultimissimo saluto prima della partenza, non potevo non abbracciarle prima di partire!
Il giorno della gara sarò con loro in quel cerchio magico a fare quei tre respiri prima di entrare in pedana… non me ne sono mai andata dalla Squadra e questo è il bello di essere veramente qualcosa che va al di là dello sport. Quello che ci ha regalato in questi anni, l’unione e la sorellanza che si sono creati vanno al di là della pedana perché dopo un anno le sento ancora tutti i giorni.

Facciamo un salto indietro a Tokyo: se chiudo gli occhi e penso a quella straordinaria Olimpiade, penso alle 40 meravigliose medaglie dell’Italia ma anche ai momenti segnati dalle restrizioni per il Covid, con il posticipo al 2021 e il palazzetto senza pubblico. Che ricordi hai dell’avventura giapponese?
È impossibile raccontare tutti i ricordi che ho di quella esperienza: mi ricordo tutto, dall’arrivo in Giappone al pre-partenza, i tamponi e la vita nel villaggio olimpico che è stata un’esperienza meravigliosa al di là della gara, la prova pedana, gli odori, le persone e i volontari, ma anche la magia di vedere il palazzetto per la prima volta e i cinque cerchi sotto i piedi prima di entrare in pedana, il kiss&cry e le nostre allenatrici che ci aspettavano una volta uscite dalla pedana… potrei scrivere un libro, anche dei ricordi della sera prima della gara che giocavo a carte con Daniela Mogurean. Ho tantissime emozioni e momenti che custodisco nel cuore, e rimarranno per sempre anche al di là della medaglia, qualcosa di incommentabile ed incredibile così come tutto il viaggio che abbiamo fatto per arrivare fino a lì.

Martina durante un’esibizione al Golden Butterfly Gala del 2022. Foto: Luca Agati / GRI

Arriviamo a Parigi con buone chance di medaglia, non solo con la Squadra ma anche con Sofia Raffaeli. Come vedi l’Italia?
Arriviamo a Parigi con una Squadra carica di esperienza, che dal punto di vista emotivo è piena di vita, di cuore e di anima: non si dice mai prima cosa aspettarsi, so solo che sono già emozionata e in tensione… sicuramente sarà dura viverla da fuori perché si soffre tantissimo, però non vedo l’ora di vederle realizzare un altro grande sogno e sentirmi ancora parte di questa Squadra è meraviglioso.

Alle ragazze auguro soltanto il meglio e di portare il loro lavoro in quella pedana, ma anche di godersela fino all’ultimo perché alla fine è un’esperienza unica.

La tua carriera di ginnasta è partita dall’Estense Putinati Ferrara, oggi militante in Serie A. Che cosa ti ha insegnato il mondo dello sport?
Il mondo dello sport mi ha visto e mi ha fatto crescere: la palestra è un po’ la palestra di vita, ci ha insegnato a essere donne indipendenti e forti oltre a capire valori come la condivisione e l’unione; per me c’erano prima le altre e poi io nella Squadra. Quella pedana, al di là dei risultati, ci dava delle lezioni di umanità e di vita anche nel rapporto con le allenatrici e il nostro staff: il poter andare oltre le difficoltà nonostante una pandemia, il rialzarsi dopo le sconfitte è un esempio… quello che mi ha lasciato la Ginnastica è tanto, e spero davvero che lo sport mi possa lasciare tanto per il mio futuro.

Tante bambine aspirano a diventare come voi, ma se dovessi incontrare la Martina di dieci anni fa cosa vorresti dirle?
La Martina di dieci anni fa sicuramente era un piccolo scricciolo biondo che ancora non sapeva a cosa stesse andando incontro e che stava per realizzare il suo sogno più grande a livello sportivo. L’unica cosa che le direi è di godersi il momento e rialzarsi dopo i momenti di difficoltà… penso che dieci anni dopo ce l’ho fatta.

Un ringraziamento a Martina per il tempo a noi dedicato e al Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare per averci concesso l’opportunità di svolgere quest’intervista.