Il suo nome è Ariel Milanesio è nato a Buenos Aires in Argentina, è laureato in Scienze Motorie e dal 2005 vive a Colonia in Germania. Seppur il suo nome suonerà familiare solo a poche persone del settore, Ariel ha una particolarità che lo contraddistingue: è l’unico giudice internazionale uomo della ginnastica ritmica.
La ginnastica ritmica è per sua natura una disciplina prettamente femminile, popolata sia dentro sia fuori dalla pedana da donne, fatta eccezione per alcuni uomini che ricoprono il ruolo di coreografi e fisioterapisti. E seppur nell’ultimo decennio siano emersi movimenti in alcuni paesi come Spagna, Francia e Giappone che vedono il diffondersi della specialità maschile, ad oggi, l’unica disciplina ufficiale riconosciuta dalla FIG è di fatto, quella esclusivamente femminile.
Al contrario, però, nessun regolamento ha mai vietato agli uomini – almeno sulla carta – di ricoprire il ruolo di tecnico e di giudice. Difatti, consultando all’interno del sito della Federazione Ginnastica Internazionale, la lista dei nominativi dei giudici che hanno ottenuto il brevetto per il quadriennio 2017-2020, tra i 106 nomi di giudici donne emerge anche quello di un uomo, Ariel per l’appunto.
GinnasticaRitmicaItaliana.it ha raggiunto Ariel per un’ intervista esclusiva. Ci ha raccontato di essersi avvicinato alla ginnastica ritmica per casualità alla fine degli anni Ottanta, accompagnando sua sorella per la prima volta ad un allenamento: “Ciò che mi colpì immediatamente fu l’eleganza dei movimenti e delle difficoltà corporee, connesse con il maneggio distintivo degli attrezzi. Da quel momento capii che non avrei potuto vivere senza la ginnastica. E’ uno sport che richiede sacrificio, disciplina e molte ore di allenamento e per praticarlo e raggiungere alti livelli bisogna per prima cosa amarlo profondamente”.
Gli inizi e gli esordi in campo internazionale. Ad oggi è uno dei pochi giudici uomini di ginnastica ritmica al mondo e l’unico a poter vantare il brevetto internazionale, oltre a essere un rinomato allenatore in Germania (con brevetto internazionale FIG di terzo livello): “La prima volta che giudicai una competizione di ginnastica ritmica fu nel 1992. Si trattava di una gara regionale in Argentina. Nel 1997 fu la volta, invece, della mia prima competizione nazionale e ricordo che fu motivo di un’accesa discussione all’interno della Federazione, a causa del mio sesso. Nel 2009 partecipai al primo corso internazionale, inizialmente devo ammetterlo, le colleghe mi guardavano con un po’ di perplessità e mi chiedevano ripetutamente di scattarmi foto con loro, mi sentivo un po’ come un animale raro all’interno di uno zoo. Con il tempo e sopratutto nell’ultimo quadriennio quando la FIG mi convocò come giudice in occasione dei Campionati del Mondo 2015 di Stoccarda, il Test Event e i Giochi Olimpici di Rio, ho iniziato a non sentire più alcun tipo di differenza”.
I ricordi più belli. Sulle competizioni che lo hanno visto protagonista nel corpo giudicante e di cui ha maggiormente un bel ricordo, non ha alcun dubbio: “Sicuramente la Coppa del Mondo di Pesaro del 2010 che ha segnato l’inizio della mia carriera internazionale; i Campionati del Mondo di Kiev del 2013 dove fui chiamato a comporre la giuria superiore, a seguito della sospensione del comitato tecnico internazionale avvenuta dopo lo scandalo del corso giudici internazionale a Bucarest nel 2012; e chiaramente gli ultimi Giochi Olimpici di Rio 2016”.
Oggi, a seguito dei risultati ottenuti durante il corso giudice intercontinentale di quest’anno, dove ha ottenuto il massimo brevetto – il primo – sia nella specialità individuale, sia di squadra, la FIG lo ha convocato a dirigere il corso internazionale di Guadalajara in Spagna: “Questo incarico è stato per me motivo di grande soddisfazione e mi ha incoraggiato ad assolvere questo compito con grande entusiasmo e responsabilità. Questo corso ha avuto anche la partecipazione di altri due aspiranti giudici maschi, uno proveniente dal Brasile e uno dalla Colombia, così che se dovessero ottenere il brevetto, non sarò più l’unico giudice internazionale uomo ”.
Il codice dei punteggi. Ariel è affascinato dal codice dei punteggi e sopratutto dalla sua funzione di cercare di rendere ‘oggettivo’ uno sport che, da sempre, è stato criticato per essere troppo ‘soggettivo’ nel giudizio: “Il nuovo codice è difficile da valutare. Richiede molta concentrazione e attenzione. Il nostro sport si è talmente evoluto nella velocità e nella competizione degli esercizi, che è diventato complicato seguirlo senza perdere di vista qualche elemento. Negli ultimi sedici anni le giudici (anzi i giudici) erano stati abituati ad avere sottomano le ‘fiches’ (ndr una scheda che dichiarava tutti gli elementi che la ginnasta avrebbe eseguito nell’esercizio). Con questo nuovo codice tutto avviene dal vivo, questo va ovviamente a facilitare la ginnasta che ha margini di modificare alcuni elementi mentre è in pedana. Sicuramente credo che la maggiore difficoltà sarà giudicare gli elementi di scambio e collaborazione all’interno della specialità di squadra, sopratutto per quanto riguarda l’esercizio misto con due attrezzi”.
Le sue ginnaste preferite. Non ha un vero prototipo di ginnasta perfetta. “Sinceramente credo che Yana Kudryatseva ha dimostrato un grado di perfezione tecnica e maneggio dell’attrezzo difficile da eguagliare. Ma anche altre ginnaste del passato mi hanno affascinato per il loro modo unico di concepire la ginnastica, come ad esempio Oksana Kostina, Larissa Lukyanenko, Maria Petrova, Yuliya Raskina e le più recenti Carolina Rodriguez e Margarita Mamun.”
Sulla ginnastica ritmica maschile. Secondo Ariel la ginnastica ritmica, così com’è, è uno sport decisamente femminile e se dovesse immaginare un coinvolgimento degli uomini in questa disciplina: “Andrei ad inserire la loro figura all’interno della specialità di squadra o in una ipotetica coppia mista. La ginnastica ritmica maschile dovrebbe porre l’accento sulla forza, la velocità, su salti e giri spettacolari. Gli elementi di flessibilità, secondo la mia opinione, sono elementi che vedo maggiormente affini alla ginnastica ritmica femminile“.
Sull’Italia. Non appena gli domandiamo cosa pensa della Squadra Nazionale Italiana, le sue parole non possono che essere dirette in primis nei confronti di Emanuela Maccarani: “Il suo lavoro è incredibile. E’ una combinazione perfetta di tecnica, arte, adrenalina e spettacolo. L’esercizio con i 5 nastri durante la finale dei Giochi Olimpici è stato semplicemente meraviglioso. L’Italia nel corso di questi anni ha ottenuto uno stile unico e ineguagliabile, cosa non da poco nel nostro sport. Anno dopo anno, riescono sempre a innovarsi e a superare loro stesse”. E suoi nuovi esercizi: “Mi incantano, sono incredibili!“.
Per quanto riguarda, invece, le ginnaste individualiste italiane: “Attualmente ho molte aspettative verso la giovane Alexandra Agiurgiuculese. Sono sicuro che questa atleta farà molto parlare di sé in questo ciclo olimpico. E’ una ginnasta giovane, dotata di una grande forza e creatività. Delle ginnaste individualiste del passato, invece, mi piaceva molto Susanna Marchesi e attualmente anche Veronica Bertolini”.